Sono completamente assorta nella lettura di un libro di Zàfon, sdraiata in tuta e maglione sopra le coperte del mio lettone, quando vengo distratta dalla porta della camera che si apre silenziosamente.
Entra Michela, mia sorella, che chiude la porta dietro di sè e mi guarda con aria preoccupata ma curiosa.
"Simo, ti vorrei parlare, posso?"
Faccio una linguetta alla pagina del libro, che poggio quindi sul comodino. "Dimmi tutto, che c'è?!" chiedo indecisa su cosa avrebbe mai da dirmi per avere quell'espressione indecifrabile sul viso.
Lei si avvicina al letto, con le mani mi chiede di farle spazio, io glielo concedo.
Si sdraia di fronte a me e ci guardiamo.
Mi somiglia Michela. Abbiamo gli stessi capelli biondi, gli stessi occhi castani. Però lei ha qualche anno in più, solo tre in effetti, ma fanno una bella differenza. C'è più maturità nel suo sguardo rispetto al mio, i suoi lineamenti e le sue forme sono più morbide, nonostante non abbia un etto di troppo sembra più florida di me, meno ragazza e più donna, un modo più profondo di essere 'femmina'.
Queste sensazioni sono amplificate dal suo stile: dal taglio di capelli ai vestiti riusciva sempre a darsi una strana sensualità naturale, presente ma non evidente, controllata ma terribilmente affascinante.
Ero sempre stata invidiosa del suo inspiegabile fascino...di questo, e della sua taglia in più di seno.
"Simo, sono un po' preoccupata...per te..." esordisce dopo pochi secondi in cui era sembrata impegnata a trovare le parole giuste.
"Preoccupata? Perchè??" chiedo sinceramente incuriosita e un po' sorpresa.
Istanti di silenzio, occhi negli occhi.
"Perchè so che è già da un po' che ormai non ti frequenti più con nessuno...non hai appuntamenti, non ti interessi ai ragazzi...e ho paura che quello che è successo tra noi ti abbia bloccata..."
Il bacio. Lei si riferisce a quel bacio che, due mesi, una settimana e tre giorni prima ci eravamo scambiate, completamente perse nella follia di una serata dal livello alcolico un po' esagerato.
"No Michi..." le rispondo accennando una risata con fare tranquillizzante "...è successo, ma è stata una str*nzata, non c'entra niente, è solo che per ora sto bene da sola. Tu non c'entri e quel bacio non c'entra!" esclamo con un sincero sorriso, un po' più tranquilla e molto lusingata delle preoccupazioni che mia sorella si prendeva per me.
"Simo, dai..." mi risponde lei invece con l'aria di chi ha scoperto un ovvio bluff da bambini "...tranquilla può capitare, non devi fingere, basta affrontarle queste cose.."
"Ma di che parli? ahah ma sei scema?!"
"Simo..." lei di colpo è di nuovo seria "...dì la verità, io un po' ti piaccio?"
Sono seria anche io ora, nonostante il sorriso "Sei una bellissima ragazza...ma sei mia sorella:"
Lei scuote la testa, quasi come se fosse delusa da una mia colossale balla. "Simo, non devi dirmi bugie..."
La sua mano si muove sulla mia vita, ad afferrare l'elastico della tuta. Poi la sua intera figura su muove verso il basso, ai piedi del letto, trascinando con sè i miei pantaloni, lasciandomi nuda, con la mia liscia intimità in vista. Tutto in un istante.
Sommessamente, tra sè e sè commenta "Niente mutande...lo sapevo, certe abitudini non muoiono mai..."
Faccio appena in tempo a pronunciare uno stupito "Ma che fa.." che la lingua mi si annoda, bloccata da un brivido secco. Michela si è letteralmente tuffata con il viso tra le mie gambe, leccando selvaggiamente.
Sento la sua lingua lambire freneticamente il mio clito, attimi dopo invece porta delle lente linguate dal basso verso l'alto all'intero sesso. Quattro...cinque leccate...poi si alterna di nuovo sul clitoride.
Manco a dirlo, impazzisco.
Paralizzata dallo stupore e dal piacere, il mio corpo si arrende a lei, la mia mente cerca di ribellarsi e capire.
"N-no...c-che fai!!"
Lei si interrompe solo il tempo necessario per rviolgersi a me: "Ammettilo! Ammetti che ti piaccio!" e ricomincia a farmi sua. Con più voracità.
"Mi-Michela?!"
"DILLO!"
La tortura del piacere potrebbe far dire qualsiasi cosa.
"Mi piaci! Mi piaci!!"
A queste parole, lei torna accanto a me. Tra le mie gambe lascia la sua mano sinistra che, forte, decisa e rapida, mi penetra senza posa.
Michela mi fissa, incontrando i miei occhi che, lo so, sono lucidi di frastornato godimento.
"Sono bella?" mi domanda mia sorella.
"S-si! Bellissima!" è la mia tremolante risposta.
Ogni volta che lei parla il ritmo della sua mano rallenta leggermente, ma la decisione del suo tono è sottolineata quando pronuncia l'ultima sillaba, nel momento in cui ricomincia a masturbarmi con foga inaudita.
Rallenta.
"TI SEI PRESA UNA COTTA PER ME?"
Esplode di nuovo.
Movimenti perfetti, studiati per soggiogarmi di furioso piacere.
"I-io..:" sono indecisa, non capisco, tutto in me ridonda di un modo di godere sordo, totale, mai provato prima.
Lei rabbiosamente accellera di colpo, quasi urlando "DIMMELO!"
"MI SONO INNAMORATA DI TE!" grido in risposta, sgolandomi rivolta al soffitto "TI AMO! TI AMO!!!"
La voce di Michela ora si fa più calma, ma non meno intensa, sempre perfusa di un perverso calore nel guidarmi in suo potere.
"Ti masturbi pensando a me?" è la domanda pervasa di terribile divertimento.
"Si..s-si...SI!"
"Davvero lo fai?"
"Si...lo faccio..."
"Cosa fai?"
"Mi sdit*lino pensando a te..."
"Fai schifo, lo sai? Certe cose, sono tua sorella!" è la sua insensata replica.
Ripete "Sono...tua...sorella!" aumentando il ritmo dei suoi movimenti, piegando le dita inarcandole nel mio corpo.
Il mio corpo è fuori ogni controllo, lo sento piegarsi a quella folle masturbazione, inarcarsi, sciogliersi, contrarsi nell'estasi.
Gemo e mugolo, e mi abbandono a Michela, che ora mi fissa umettandosi le labbra con la lingua, mentre sfila le dita dalla mia intimità e, con rinnovato vigore, le strofina su clitoride e labbra infiammandomi di nuovo piacere. Con uno strano suono sciacquettato, sento i miei umori schizzare e spargersi
Un attimo dopo Michela è di nuovo col viso tra le mie gambe, stavolta a bocca larga, accoglie il mio intero sesso in bocca e ... voracemente, mentre io sono ancora preda del più profondo e sconvolgende orgasmo della mia vita. D'un tratto qualcosa si spezza e in un istante il piacere si amplifica, spezzandomi il fiato e costringendomi a strillare con voce rotta un gemito inaudito e liberatorio.
Michela è sopra di me, mi fissa ancora. Io, ansante e sfinita ricambio lo sguardo, spaventata e confusa e arrabbiata e felice e liberata e un sacco di altre cose.
Lei no, lei mi tiene i polsi fermi con le sue mani, le ginocchia puntate accanto ai due lati dei miei fianchi, mi fissa con lo stesso sguardo severo e un po' duro, le labbra serrate e le guance rigonfie.
Ammorbidisce un po' lo sguardo, sorride, sempre tenendo chiuse le labbra. Un sorriso però perfido e malsanamente divertito.
Si fa più vicina al mio viso e mi sputa in faccia un'abbondante boccata dei miei umori, gli stessi che aveva voracemente raccolto pochi istanti prima.
Se la prende comoda, lasciando colare fino all'ultima goccia tutto ciò che le era rimasto in bocca.
Finalmente si alza, raccogliendo con le dita il torbido rivolo che le sporca il mento e rispingendolo di nuovo in bocca.
Sorride di nuovo, ora più serena, soddisfatta.
"Tu sei roba mia." sono le uniche parole che pronuncia prima di voltarsi e lasciare la stanza.
Io sono sua.
saku932
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